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Cosa ne è stato della nipote di Olga, la nonna protagonista di “Va’ dove ti porta il cuore?”. È tornata dall’America in tempo per riappacificarsi con la nonna o ha trovato solo la lunga lettera diario a lei indirizzata? E se il destino le avesse riservato invece una terza ipotesi che esclude le precedenti? Se, vagando per le stanze di quella grande casa, la solitudine l’avesse spinta a salire in soffitta a cercare tracce delle due uniche persone che davvero avrebbe voluto conoscere: sua madre e suo padre? Chi erano? Qual è stata la loro storia? (note di copertina)
“Ascolta la mia voce” di Susanna Tamaro è un romanzo molto bello, che fa riflettere sul senso della vita. Il personaggio principale ricerca se stessa attraverso la vita di sua madre, scomparsa precocemente quando lei aveva quattro anni. Il contenuto delle lettere e del diario di sua madre la rendono ancora più fragile. Molte sono le domande e poche le risposte che riesce a darsi. Inoltre il rapporto creato con la nonna che l’ha cresciuta, inizialmente buono, con la sua crescita si deteriora. Il silenzio della nonna peggiora la situazione, la sua incapacità di parlare della propria figlia, di raccontare alla nipote qualcosa della madre, quel qualcosa che alimenterebbe i suoi ricordi. Questa mancata conoscenza rende la protagonista vuota e talmente priva di significato da riuscire quasi a distruggerla. Nonostante tutto trova la forza di cercare suo padre, fuggito dalle sue responsabilità perché non crede nell’amore. Ma è proprio l’amore innato che un genitore ha per il figlio che farà risvegliare in lui sentimenti assopiti. E così la figlia salverà il padre da una vita vuota, senza sentimento e ritroverà la strada, il cammino che pensava non esistere per lei.
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